Mar Rosso: Canale di Suez e Conseguenze per Import-Export | D.B. Group

Canale di Suez: la crisi del Mar Rosso e le conseguenze per l’Import Export

25 Gennaio 2024

Nel Mar Rosso è in atto una crisi che sta colpendo il mondo del trasporto internazionale: un gruppo ribelle yemenita sta prendendo di mira le imbarcazioni commerciali nello Stretto di Bab-el-Mandeb, utilizzando dei droni per colpirle.

Numerose compagnie marittime hanno annunciato la sospensione delle operazioni di trasporto merci nel Mar Rosso e attraverso il Canale di Suez, favorendo routing alternativi come il passaggio del Capo di Buona Speranza.

Le conseguenze per il commercio internazionale sono un generale aumento dei costi e dei tempi di trasporto delle merci, con notevoli impatti sui porti europei e conseguenze a livello globale.

 

In questo articolo:

 

 

Cosa sta succedendo nel Mar Rosso?

Nella seconda metà di dicembre 2023 gli Houthi, un gruppo di ribelli yemeniti, hanno iniziato a colpire con attacchi missilistici le imbarcazioni commerciali di passaggio nello stretto di Bab-el-Mandeb.

Lo stretto è situato nella parte nordoccidentale del Golfo di Aden, punto di passaggio fondamentale della rotta marittima che prevede il transito attraverso il Canale di Suez, la via d’acqua artificiale in territorio egiziano che unisce Mar Rosso e Mar Mediterraneo collegando Asia, Europa e Africa.

Perchè è importante il canale di Suez?

L’importanza del Canale di Suez è legata al commercio internazionale: nel 2019 sono transitate 1,2 milioni di tonnellate di merci, ossia il 12% del commercio internazionale, trasportate da quasi 19.000 navi, cioè una media superiore a 50 al giorno. (fonte https://www.cdp.it/resources/cms/documents/Suez-e-Mediterraneo-Il-ruolo-dell%27Italia.pdf )

Si tratta di una via strategica che permette di passare dall’Asia all’Europa in 15 ore di navigazione, contro i 7-10 giorni che sono necessari a circumnavigare l’Africa.

 

 

Quali sono le conseguenze della crisi del Mar Rosso sul canale di Suez e cosa significa per l’import-export? 

Per garantire la sicurezza degli equipaggi e delle merci in transito i carrier hanno essenzialmente due opzioni:

  • Decidere di passare attraverso il Canale correndo i rischi legati agli attacchi
  • Modificare la rotta e procedere con la navigazione scegliendo di circumnavigare l’Africa attraverso il Capo di Buona Speranza.


La tensione geopolitica nell’area non accenna a diminuire (leggi i nostri aggiornamenti qui: https://www.dbgroup.net/it/news/attacchi-missilistici-navi-mercantili-nellarea-sud-del-canale-di-suez ) e per evitare le perdite economiche ingenti che sarebbero causate dalla mancanza del servizio, la maggior parte delle compagnie ha comunicato un cambio di routing; scelta che causa ritardi nella consegna delle merci compresi tra i 10 e i 20 giorni.

Tempi di navigazione più lunghi implicano un aumento della quantità di carburante necessaria e del tempo trascorso a bordo dal personale, che in termini economici significano una crescita del costo del servizio. In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, spiega che per circumnavigare l’Africa il solo costo del carburante è compreso tra i 650.000 e il milione di dollari (https://www.corriere.it/economia/aziende/24_gennaio_07/quanto-costa-all-italia-nuova-crisi-suez-rischi-sull-export-ballo-scambi-154-miliardi-euro-5be63ad0-acb6-11ee-ba26-154cc757c40f.shtml ).

Le conseguenze del cambio di rotta non sono solo economiche. Infatti, comportano anche un aumento del rischio per la sicurezza delle merci.

Tempi di navigazione più lunghi e il passaggio per il Capo di Buona Speranza portano le navi a passare più tempo in mare e ad essere quindi maggiormente esposte ai pericoli derivanti da eventi climatici estremi. Questa rotta è storicamente conosciuta per le condizioni climatiche molto spesso avverse che, oltre a rappresentare un rischio per la sicurezza degli equipaggi e delle imbarcazioni, possono anche avere conseguenze sul carico.

Per sfruttare al massimo lo spazio disponibile e ottenere il più alto ritorno economico, i container vengono posizionati sulle navi cargo fino al massimo livello di portata. Va da sé che più in alto un container viene posizionato, più è soggetto alle forze che una nave affronta nella sua traversata, correndo un alto rischio di essere smarrito. Ogni anno il World Shipping Council rilascia uno studio sui contenitori persi in mare (https://www.worldshipping.org/news/world-shipping-council-releases-containers-lost-at-sea-report-2023-update). I risultati dell’ultimo report mostrano che negli ultimi 15 anni (2008-2022) le stime sul numero di container persi ogni anno riportano ad una media di 1.566 unità. La media negli ultimi anni (2020-2022) aumenta a 2.301 unità per anno.

A questo si aggiunge il rischio della pirateria, in particolare per quanto riguarda le acque somale.

 

 

Quali sono le conseguenze della crisi del Mar Rosso per i porti europei?

Evitare il passaggio attraverso il Canale di Suez comporta importanti conseguenze per porti europei e in particolare per quelli del Mediterraneo.

Gli ultimi, infatti, sono il punto d’arrivo o di partenza delle merci che transitano tra Europa e Asia.

Nel breve termine ciò a cui si assiste è un ritardo nelle toccate ai porti europei meridionali e un conseguente sbilanciamento dell’equipment disponibile: le navi ci mettono più tempo ad arrivare, causando difficoltà nella reperibilità dei vuoti e aumentando il costo del nolo.

Ma la preoccupazione principale riguarda lo scenario a medio e lungo termine. Se la situazione dovesse protrarsi, le compagnie potrebbero decidere di modificare le rotte in modo strutturale, e dirigersi direttamente verso i porti del Nord Europa o verso quelli affacciati sull’Oceano Atlantico per poi far proseguire le merci verso il resto del vecchio continente via terra o treno, riducendo quindi in modo considerevole i ricavi derivanti dalle attività portuali con conseguenze importanti per l’economia degli stati europei del sud.

 

 

Le conseguenze per il commercio internazionale (in dati):

  • Numero di navi che hanno effettuato un rerouting dall’inizio degli attacchi: >450
  • Calo dei volumi (TEUs) nel Canale di Suez: - 59%
  • Ritardo medio per le navi impattate: 10-20 giorni
  • Aumento dei prezzi per la tratta Asia-Mediterraneo: +200% da inizio attacchi


Tuttavia, la tratta Asia-Mediterraneo non è l’unica ad essere impattata.
Come abbiamo già visto nel 2020, nel mondo del freight forwarding tutti gli elementi sono altamente interconnessi e ciò che accade in un punto del mondo causa un effetto domino che può provocare l’ormai famosa disruption delle supply chain.

Ad esempio, molte compagnie hanno annunciato aumenti di prezzo anche sulla tratta Europa-USA, a sua volta già soggetta a surcharge per i traffici verso la West-Coast legate alla situazione che sta interessando il Canale di Panama (https://www.dbgroup.net/it/news/canale-di-panama-transito-limitato-siccit%C3%A0 ). Nel giro di un mese i noli sono cresciuti sensibilmente e ci si aspetta che questo trend continuerà nel breve termine.

Inoltre, la mancanza di equipment nei porti europei potrebbe portare all’aumento dei blank sailing e dei casi di rolling, creando uno scenario simile a quello già vissuto durante la pandemia e il contemporaneo blocco del Canale di Suez dovuto all’incaglio della Evergiven (https://www.dbgroup.net/it/news/canale-di-suez-conseguenze-sul-trasporto-marittimo-internazionale ).

 

 

Le soluzioni per gli shipper e gli importatori: 3 azioni strategiche

Come reagire? In scenari di incertezza come quello che stiamo vivendo è essenziale mettere in atto strategie volte a mitigare i rischi.
Ecco 3 azioni concrete da mettere in atto immediatamente:

1. Applica il giusto Mode-Mix

Agire con anticipo e diversificare il mode-mix in modo strategico ti permette di sfruttare al massimo le caratteristiche di ogni modalità di trasporto.

Il via aerea garantisce sempre il minor transit time ma, di fronte all’instabilità del servizio via mare, è facile prevedere un’impennata della domanda e un conseguente aumento dei prezzi.

Per questo, è importante valutare tutte le alternative a disposizione e capire quali SKU necessitano un trasporto veloce e sicuro e quali possono essere trasportate con tempi più lunghi.

Nel set delle soluzioni a tua disposizione puoi quindi includere servizi che sono meno utilizzati. Per l’import dalla Cina all’Italia, ad esempio, è possibile usufruire del servizio via treno, la miglior soluzione in termini di speed-for-price, che garantisce consegna in tempi rapidi e in totale sicurezza.

 

2. Assicura il trasporto della tua merce

Assicurare la propria merce per il transito via mare non è più un nice-to-have, ma diventa un’assoluta priorità. Abbiamo visto come il cambio di rotta comprenda anche un aumento del rischio per il carico.
Scopri di più sull’importanza dell’assicurazione cargo marittima e parla con i nostri referenti per capire quale può essere l’opzione più adatta alle tue esigenze.

 

 

3. L'informazione prima di tutto

Essere aggiornati sul mercato del freight forwarding e i suoi trend è la chiave per poter prendere decisioni consapevoli ed efficaci. In D.B. Group i nostri esperti analizzano quotidianamente i dati di mercato, creando report utili a prevedere gli scenari che potrebbero svilupparsi. Gli strumenti di Market Intelligence sono la chiave che ci permette di trovare sempre la soluzione più adatta alle esigenze dei nostri clienti. Quali sono i porti e gli aeroporti maggiormente impattati dalle dinamiche in atto? Che tendenza hanno i noli e i costi di trasporto nelle varie tratte? Cosa significa questo per le aziende? Scopri di più sui nostri strumenti di Market Intelligence.

 

Siamo sempre a disposizione dei nostri clienti per supportarli nella costruzione di supply chain resilienti e agili, capaci di garantire il raggiungimento degli obiettivi di business anche in condizioni di instabilità.

Contatta il nostro team per saperne di più.

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